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L'ospedale di Desio non chiude. E' ora di mettere nel recinto questa bufala

L'ingresso dell'ospedale di Desio


Abbiamo già parlato in altri post di come la riforma sanitaria della Lombardia interessi anche la nostra città. L'ospedale di Desio, che oggi costituisce un'unica azienda sanitaria insieme a quello di Vimercate, sarà ora accorpato con quello di Monza. Tranquilli però, non c'è nulla da temere. L'ospedale di Desio non verrà chiuso e neppure smantellato. L'accorpamento riguarda solo l'aspetto direzionale. Ambulatori, reparti e pronto soccorso rimarranno dove li trovate ora.
Questa questione, di cui abbiamo già parlato qui, ha scatenato un dibattito sfociato nella nascita di un comitato che contesta l'accorpamento. Dopo una serie di incontri e riunioni, i membri dell comitato hanno redatto un ordine del giorno che è stato sottoposto, grazie all'appoggio di alcune forze politiche, in diversi consigli comunali tra cui quello di Desio.

Il documento, illustrato dal consigliere Mirella Martinazzoli (Lista civica Desio Viva) nella seduta di giovedì 1 ottobre, è stato approvato a maggioranza, con l'astensione della Lega Nord, e chiedeva in sostanza tre impegni: uno rivolto ai consiglieri comunali e due al sindaco. Andiamo ad analizzarli uno ad uno.

  1. L'impegno chiesto ai consiglieri di tutte le forze politiche locali è quello di "intervenire sulle rispettive rappresentanze locali: provinciali e regionali, al fine di cercare di rivedere l'assetto territoriale delle ASST in Brianza deliberato dal Consiglio regionale lombardo".
    Cosa vuol dire? Vuol dire che tutti i consiglieri delle forze politiche rappresentate nel consiglio comunale di Desio dovrebbero sentire i loro "superiori" a livello provinciale e regionale per chiedere al Consiglio regionale di rivedere il nuovo assetto territoriale della sanità brianzola, che separa l'ospedale di Desio da quello di Vimercate per unirlo a quello di Monza. In pratica, guardando in casa Lega Nord, i quattro consiglieri comunali del Carroccio (Stelio Pozzi, Andrea Villa, Riccardo Mariani ed Antonio Zecchin) dovrebbero chiedere al loro rappresentante provinciale - che è Andrea Villa - e regionale - che è Massimiliano Romeo, unico consigliere regionale leghista eletto in Brianza - di far cambiare idea alla Regione. Andrea Villa, che oltre a ricoprire la carica di consigliere comunale è anche consigliere provinciale, si è già attivato insieme a Tino Perego, segretario politico della Lega Nord sezione di Desio, presso il consigliere regionale Massimiliano Romeo per capire cosa prevede la riforma ed esporre le paure e le perplessità del comitato.
    Considerazione: la Lega Nord ha già assolto la prima richiesta del comitato.

  2. Il primo impegno che viene chiesto al sindaco è quello di "Promuovere, all'interno dell'assemblea dei sindaci, l'elaborazione di una proposta di divisione territoriale alternativa a quella attualmente prevista dalla Legge regionale che seriamente affronti e risolva i problemi delle persone e non ne crei invece di nuovi".
    Considerazione: L'assemblea dei sindaci non ha assolutamente bisogno di elaborare una proposta di divisione territoriale alternativa perché questa proposta c'è già. Il consigliere Andrea Villa, come ha ben spiegato in consiglio comunale, è riuscito a recuperare il testo della legge regionale che era stato licenziato dalla commissione sanità prima di arrivare in consiglio per la votazione. Questo testo, come vedete nell'immagine sotto (cliccateci sopra per scaricare l'allegato), prevedeva la creazione di una Agenzia di tutela della salute (ATS) della Brianza, con al suo interno l'Azienda socio sanitaria territoriale (ASST) di Lecco, l'ASST di Monza (comprendente i distretti di Monza e Vimercate) e l'ASST di Desio (comprendente di distretti di Carate Brianza, Desio e Seregno).



    Da quando questo documento è uscito dalla commissione a quando è stato approvato dal consiglio regionale sono successe delle cose. Evidentemente questo assetto non stava bene a qualcuno, e prima di arrivare al testo che poi è stato votato, la giunta - insieme ai relatori della legge (Rizzi, Lega + Capelli, NCD) hanno istituito un tavolo di lavoro con le opposizioni (PD e M5S), per cercare di trovare una "quadra" che permettesse il ritiro degli oltre 25mila emendamenti presentati dal PD. Questa quadra, su spinta dei sindaci del vimercatese, rappresentati in consiglio regionale dall'ex sindaco di Vimercate Enrico Brambilla (capogruppo del PD), è stata trovata nel mandare l'ASST di Desio sotto Monza e lasciare quella di Vimercate da sola, aggiungendo però i distretti di Seregno e Carate sottratti a Desio. Il tutto, mentre i sindaci della "Brianza ovest" non hanno fatto - inspegabilmente - pressione fino all'approvazione della legge. Sia nella Brianza ovest che nella Brianza est la stragrande maggioranza dei sindaci ha - purtroppo - in tasca la tessera del PD. Di conseguenza, se i sindaci del vimercatese non si fossero messi di traverso, a quest'ora il distretto di Seregno non si troverebbe con Vimercate ma sarebbe rimasto con Desio, evitando di creare nuovi problemi logistici di spostamento. Per il PD brianzolo, che esprime il presidente della nostra provincia e la stragrande maggioranza dei sindaci, evidentemente il problema è pari a quello di una partita a Risiko. Quindi, più che convocare l'assemblea dei sindaci per elaborare una proposta di divisione territoriale alternativa, sarebbe più semplice scegliere la prima versione, che esiste già e non è da elaborare. Sempre che all'interno dell'assemblea si riesca a mettere d'accordo tutti e 55 i sindaci della Brianza.

  3. Il secondo impegno che viene chiesto al sindaco: "Promuovere il confronto con gli operatori del settore e i comitati, per la condivisione di una proposta alternativa sostenuta dalla più ampia aggregazione di forze possibili, perchè il sociosanitario non è un feudo da spartirsi, ma un patrimonio della collettività".
    Appunto perchè "il sociosanitario non è un feudo da spartirsi, ma un patrimonio della collettività", la riforma ha istituito le AGENZIE DI CONTROLLO che serviranno per vigilare sulle offerte delle cure sanitarie e dovrebbero prevenire gli scandali. Speriamo che funzionino bene e non debbano mai denunciare qualcosa di anomalo. Sempre secondo la logica del "nulla da spartirsi", sono state dimezzate le vecchie ASL: da 15 che erano adesso sono diventate 8, cambiando il loro nome in ATS. Chissà se chi ha sempre imperato nella sanità sarà contento di questo.
    Anche in questa richiesta si chiama in causa la famosa "proposta alternativa": inizialmente - come abbiamo già visto - la legge prevedeva Desio da sola e Monza con Vimercate, poi Desio è finita con Monza e Vimercate da sola. Cosa si intende per alternativa? Il presidente Roberto Maroni ha presentato la riforma il 10 settembre scorso a Monza, dove - incontrando l'Asl di Monza e Lecco, nonche' le Aziende ospedaliere di Lecco, Monza e Vimercate-Desio - si è detto disponibile, così come prevede la legge, a rivedere gli accorpamenti entro il 31 ottobre. Anche questa richiesta, quindi, è in qualche modo già evasa.
E' per queste serie di motivi che la Lega Nord ha deciso di astenersi, ma non solo. La Lega si è astenuta anche e soprattutto per non prestare il fianco a chi in malafede dice che la riforma della Regione, voluta dal presidente Maroni, preveda la chiusura dell'ospedale di Desio. Questa è una bufala nutrita da chi, in vista delle imminenti elezioni comunali, inizia a farsi una campagna elettorale fondata sulle menzogne per raggranellare qualche preferenza in più. Davanti a questo modo demenziale di fare politica, la Lega Nord - giustamente - fa un passo di lato e prende le dovute distanze, continuando però a dialogare con chi porta avanti le proprie istanze in maniera franca, trasparente e sincera.

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