Roberto Scanagatti, sindaco di Monza |
Alla fine quale sia la posizione del Partito Democratico della Brianza sull'autonomia della Lombardia non si è mica capito. Nel consiglio provinciale riunitosi giovedì scorso, tra i temi in discussione, c'era anche un documento che impegnava
"a sollecitare Regione Lombardia nel proseguire, in mancanza di un riscontro tempestivo e positivo del Governo - in merito alla richiesta di attribuzione di ulteriori forme di autonomia e di relative maggiori risorse - l’iniziativa di consultazione popolare attivata dal Consiglio regionale lombardo nel febbraio di quest’anno (deliberazione n. X/638 del 17.2.15) per sostenere la proposta di maggiore autonomia avanzata dalla Regione".
Questo impegno, inserito nel documento presentato dai gruppi Lega Nord, Brianza Civica e Insieme per la Brianza, copiato & incollato da una lettera sottoscritta lo scorso 24 settembre da tutti i sindaci dei capoluoghi lombardi e da quasi tutti i presidenti di provincia, era stato sottoscritto e condiviso anche da Roberto Scanagatti, sindaco di Monza e consigliere provinciale.
Al termine dell'illustrazione del documento, è stato proprio Scanagatti a prendere parola contestando i contenuti del documento stesso. Secondo lui il testo non contemplava l'ipotesi di aprire una trattativa con il governo centrale prima di arrivare al referendum sull'autonomia. Eppure, leggendo con attenzione sia la lettera sottoscritta dai sindaci e dai presidenti di provincia che l'impegno chiesto in consiglio provinciale, era palese che l'iniziativa referendaria fosse da perseguire nella sua richiesta
"In mancanza di un riscontro tempestivo e positivo del Governo - in merito alla richiesta di attribuzione di ulteriori forme di autonomia e di relative maggiori risorse".
E' curioso però che il sindaco di una città importante come Monza, che ricopre anche il ruolo di consigliere provinciale e di presidente di ANCI Lombardia abbia potuto distrarsi su una questione così semplice, relativa ad un documento che anche lui ha firmato. Quindi, con la scusa del "questo documento non è chiaro", lui ed il gruppo Brianza Rete Comune - nome con cui il PD si fa chiamare in consiglio provinciale - manifestavano la propria contrarietà ad approvare questo documento. Anche se la richiesta finale era identica a quella firmata da Scanagatti e dagli altri sindaci dei capoluoghi lombardi, tutti del PD ad esclusione del sindaco di Varese che è leghista.
Davanti a queste rimostranze, per andare incontro al sindaco di Monza e cercare di chiarigli le idee, il documento inizialmente presentato è stato integrato, a scanso di equivoci, dalla lettera già firmata da Scanagatti e da Gigi Ponti, che è stata praticamente riportata al completo.
Ma nemmeno dopo questo tentativo di conciliazione si è riusciti a trovare un accordo, ed ecco che sempre il solito Scanagatti ha trovato un altro cavillo a cui aggrapparsi. Un'altra delle richieste del documento era quella di
"di pubblicare, fin da subito, sulla home page del nostro sito istituzionale, adeguato banner in cui vengono illustrati i dati del residuo fiscale generale e pro capite della nostra provincia".
E cosa ci sarà di male nel pubblicare, anche in piccolo ed in fondo alla home page, un bannerino in cui siano contenuti i numeri del residuo fiscale in Brianza, ovvero la differenza tra quanto la nostra provincia versa e riceve da Roma? Forse nel PD c'è la volontà di nascondere certe informazioni, o forse si tratta solo di vergogna. E allora ve lo diciamo noi. Secondo un recente studio di Eupolis, la Provincia di Monza e Brianza vanta il non invidiabile
primato di subire il più alto residuo procapite tra tutte le province lombarde, che raggiunge
l’enorme cifra di 11mila euro per ogni cittadino brianzolo.
Cos'è il residuo fiscale? Il residuo fiscale è la differenza tra tutte le entrate (fiscali e di altra natura come alienazione di beni patrimoniali pubblici e riscossione di crediti) che le Pubbliche Amministrazioni (sia statali che locali) prelevano da un determinato territorio e le risorse che in quel territorio vengono spese. Quindi, il residuo fiscale della Provincia di Monza e Brianza è la differenza tra le risorse che lo stato centrale preleva dalla nostra provincia e quelle che spende per la nostra provincia. Il saldo di 11.000 euro è, ovviamente, in negativo. Per noi.
E per quanto riguarda i trasferimenti dallo stato, quest'anno Desio dovrà lasciare 442mila euro a fronte dei 294mila dello scorso anno. Davanti a questi numeri, impietosi, ecco perchè il PD della Brianza, amico del PD che governa a livello nazionale, vuole nascondere queste cifre.Alla fine, il consiglio provinciale ha votato contro il documento presentato dalle opposizioni, che qui potete leggere nella sua versione originale ed emendata. Nel corso della seduta, il gruppo di maggioranza tramite il suo capogruppo Domenico Guerriero ha presentato un altro documento, identico a quello che avevano bocciato qualche minuto prima. Ovviamente questo è stato approvato.
Insomma, così come a Desio anche in provincia ha sempre la stessa faccia. Di che cosa, è un giudizio che lasciamo a voi lettori.