Sono state raccolte più di 40mila firme nella provincia autonoma della Vojvodina, in Serbia. La richiesta è quella che la provincia possa diventare uno stato autonomo all'interno della Repubblica Serba.
A promuovere qesta iniziativa è stato il Vojvođanska Partija, formazione politica identitaria ed autonomista. Il percorso già iniziato in Scozia, Galles, Catalunya, Paesi baschi, Veneto e Lombardia, prende forma anche in una zona di confine dell'Europa. Se ne facciano una ragione i nazionalisti più convinti: l'Europa sta cambiando, si stanno risvegliando gli identitarismi delle piccole patrie. Perchè sia un'Europa dei popoli, non delle banche e dei poteri forti.
Fino al termine della Prima guerra mondiale, questa regione faceva parte dell'Impero Austro-Ungarico. La sua capitale è Novi Sad, e questo territorioè uno di quelli con più varietà etnica di tutto il continente, con oltre 25 comunità nazionali diverse. Secondo un censimento del 2012, circa il 65% della popolazione è costituito dai serbi, seguiti dagli ungheresi al 14% e dai croati e dagli slovacchi poco meno del 3% circa ciascuno. Oltre al serbo, la provincia riconosce come lingue ufficiali l'ungherese, il rumeno, lo slovacco e il ruteno. La Vojvodina aveva ottenuto l'autonomia già nel 1974; Slobodan Milosevic però gliela tolse e la regione la riacquistò formalmente nel 2002. Ne viene chiesto però un rafforzamento. L'autonomia della Vojvodina è sostenuta sia dagli ungheresi, che dai serbi della regione. Una decisione della Corte costituzionale serba del 2013, che ha dichirarto incostituzionali alcune parti dello statuto di autonomia della regione, ha riacceso il dibattito sulle prerogative del territorio.