Passa ai contenuti principali

Desio non è cosa vostra: aula consiliare intitolata a Falcone e Borsellino



E' stata intitolata sabato scorso con una cerimonia in pompa magna. L'aula consiliare della città di Desio, ora si chiama "Falcone e Borsellino", in omaggio alla memoria dei due magistrati assassinati dalla mano criminale della Mafia.
La decisione, presa da tutte le forze politiche rappresentate in consiglio comunale con voto unanime, è stata un segno importante per un comune come il nostro che purtroppo ha pagato la presenza della criminalità organizzata, che originaria dalle regioni meridionali ha trovato - purtroppo - la possibilità di insediarsi anche qui. Ad aiutare l'insediamento di queste presenze negative è stato proprio, con il tanto triste provvedimento del soggiorno obbligato. Boss "storico" arrivato a Desio grazie a questo provvedimento è stato Natale Iamonte da Melito Porto Salvo, stabilitosi a Desio nel 1988. La misura del soggiorno obbligato veniva attuata per rimuovere i criminali dal contesto in cui si trovavano, ma ebbe la sciagura di diffondere la malavita anche in quelle zone, come la Brianza, dove il malaffare organizzato non era mai esistito. Qui Iamonte iniziò altre attività illegali, fino all'arresto avvenuto nel 1993. Attualmente è ancora in carcere, sotto il regime del 41bis.
Purtroppo, a causa di diversi impegni, il gruppo consiliare della Lega Nord non ha potuto partecipare alla cerimonia. Questo, tuttavia, non ha impedito ad alcuni militanti di essere presenti tra il pubblico. Le figure di Falcone e Borsellino sono e rimangono esempio di lealtà, onestà e coraggio. Esempi ed eroi a cui va tutto il nostro rispetto.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.