Di che cosa si tratta?
Si tratta di una consultazione per chiedere ai cittadini della Lombardia se desiderano per la nostra Regione maggiore autonomia e più risorse per il territorio, come previsto dalla Costituzione. Lo scopo di questo referendum è di rendere la Lombardia simile alle regioni a Statuto speciale, che godono di forme privilegiate di autonomia, garantiscono servizi migliori e possono trattenere in loco la gran parte, o la totalità, del loro residuo fiscale.
Cos’è il residuo fiscale?
Il residuo fiscale è la differenza fra quanto i nostri cittadini pagano ogni anno in tasse e la quantità di risorse che ritorna in termini di servizi sul territorio. Nel caso della Lombardia, stando ai dati forniti dalla CGIA di Mestre, questa cifra ammonta a 53,9 miliardi per l’anno 2012, equivalenti a 5.511 euro pro capite. Con maggiore autonomia si potrebbe trattenere in Lombardia una parte consistente di questa cifra, per aumentare la qualità dei servizi come la sanità, il trasporto pubblico, la formazione e il lavoro.
Perché un referendum?
Perché è lo strumento principe della democrazia. Se supportate dal Popolo lombardo le richieste di maggiore autonomia e più risorse avanzate dalla Regione acquisteranno un grande peso. Lo Stato centrale non potrà ignorare la volontà di milioni di cittadini e sarà costretto a tenerne conto nelle trattative con la Lombardia per definire i termini dell’autonomia e la quantità di risorse in più da trattenere sul nostro territorio.
E’ vero che il referendum costerà 30 milioni di euro?
Le critiche della sinistra e del PD si sono incentrate molto sul costo della consultazione. In realtà sarà possibile ridurre notevolmente la spesa per due motivi: la possibilità di abbinare il referendum ad altre elezioni (politiche o amministrative) e l’introduzione del voto elettronico, espressamente previsto in un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale. La verità dietro a questa obiezione è che in più di un’occasione la sinistra ha dimostrato di essere allergica a consultare i cittadini, questo perché forse è diventata troppo “aristocratica” e poco incline ad ascoltare la gente. C’è da domandarsi invece quanto costerebbe non fare questo referendum, alla luce del taglio da 1 miliardo di euro alla Lombardia voluto dal Governo a guida PD.
Perché non operare una trattativa diretta con lo Stato?
Secondo il PD la Regione, per avere più autonomia, avrebbe dovuto intavolare una trattativa diretta con lo Stato, senza referendum. Da un lato è vero che la Costituzione prevede questa possibilità, dall’altro però non possiamo fidarci di un Governo che ha dimostrato ampiamente di non rispettare gli accordi presi e che ha proposto una riforma che va nella direzione diametralmente opposta e prevede di toglierci la poca autonomia che attualmente abbiamo. Viene da sé comprendere come sia impossibile, senza una forte spinta popolare, trovare un’intesa con il Governo su questi temi.
Chi vota e quando si vota?
Tutti i cittadini maggiorenni residenti in Lombardia avranno diritto a potersi esprimere sul referendum di autonomia e saranno chiamati al voto entro 18 mesi, come specificato nel testo ratificato dall’aula.