Percentuali lombarde, per non dire venete. Non siamo nelle valli bergamasche o nella Marca trevigiana, ma nella rossa Emilia Romagna. Qui la Lega Nord, alle elezioni regionali, ha conseguito un risultato storico ed è diventata la seconda forza politica piazzandosi alle spalle del Partito Democratico.
Alan Fabbri e Matteo Salvini |
Con un'astensione così alta ci sarebbe poco da cantare vittoria, per chiunque. Questo è un dato che deve continuare a fare riflettere, ancora più di prima. Dopotutto, in Emilia Romagna si è arrivati al voto anticipato sopo che il presidente di Regione, Vasco Errani del Partito Democratico, è stato condannato perchè avrebbe spinto due funzionari regionali a compilare una relazione falsa su un finanziamento illecito ad una cooperativa presieduta fratello. Una storia non proprio trasparente,a cui si aggiunge lo scandalo dei rimborsi, con una consigliera regionale piddina che si è distinta per avere acquistato un vibratore con i soldi della regione. Proprio per questo motivo, molti elettori di sinistra delusi ed amareggiati avrebbero preferito disertare le urne.
I numeri sono impietosi quanto inequivocabili. Il Partito Democratico perde la metà dei voti che aveva ottenuto alle elezioni europee che si sono svolte a maggio. Con molta probabilità, questi cittadini non si sono votati alle urne contribuendo ad ingrossare le fila dell'astensione. Forse anche l'effetto Renzi è già sul viale del tramonto, visto che in una regione così politicamente "militarizzata" non riuscire a portare a votare i propri elettori è un dato allarmante nonostante la vittoria ottenuta.
Crolla anche il Movimento 5 stelle, che in Emilia Romagna è nato ed ha conquistato il primo sindaco di una città capoluogo, Parma. Probabilmente ha influito il fatto che Beppe Grillo non si sia speso in prima persona durante questa campagna elettorale, ma è il segnale di come il Movimento si trovi in un momento di estrema difficoltà, non riuscendo più ad interpretare il malcontento perchè la capacità di trasformarlo in azioni concrete è praticamente nulla.
Il flop di Forza Italia conferma un dato che solo gli esponenti di questo partito non vogliono accettare: l'era del berluscoinismo è finita. I risultati delle altre forze politiche sono di assoluta testimonianza, ma una citazione meritevole è per l'NCD di Angelino Alfano, che mentre continua a scagliarsi contro Matteo Salvini definendolo in tutti i peggiori modi possibili, non si accorge di contare meno del due di picche a briscola. Lo hanno deciso gli elettori.
L'unica forza che in questo scenario di sfiducia riesce ad aumentare i propri voti è la Lega Nord, che raddoppia rispetto alle elezioni europee e nel giro di pochi mesi diventa, in una regione da sempre difficile per il Carroccio, il punto di riferimento per chi non si riconosce (o non si riconosce più) nella sinistra.
In provincia di Piacenza, il candidato del Carroccio ha battuto quello del centrosinistra. A Bondeno (Ferrara), città del candidato presidente Alan Fabbri, il Carroccio vola oltre il 45% dei voti ed è il primo partito superando anche il PD. Anche a Castrocaro Terme (Forli-Cesena) vince il centrodestra, con il Carroccio che va oltre 30%. Stesso discorso a Prignano sulla Secchia (Modena). Fabbri vince anche a Bellaria-Igea marina (Rimini). A Cento (Ferrara), comune famoso per il suo Carnevale, si sfiora il 40% mentre a Zocca (Modena), paese di Vasco Rossi, la Lega Nord arriva vicino al 30%. Altra sorpresa è quella di Busseto (Parma), patria di Giuseppe Verdi il cui Va' Pensiero è stato adottato come inno della Padania, dove il candidato leghista vince e porta il suo Movimento a sfiorare il 30%. Sono numeri notevoli che, come detto, vengono solitamente registrati nelle roccaforti leghiste. I comuni in cui sono stati raggiunti risultati simili sono davvero tanti, portando la Lega ad una media del 19,42%, secondo partito dopo il PD. Doppiata Forza Italia, staccato il Movimento 5 stelle, inesistenti gli altri. Segno che c'è voglia di cambiamento e che quando si lanciano i messaggi chiari e concreti, anche nelle zone più difficili, la possibilità di portare avanti una proposta credibile c'è. Il vuoto politico che si è creato a destra del PD è occupato dalla Lega Nord, che raccoglie anche tanti delusi da questa sinistra. Lo dicono i numeri, lo confermano i fatti, lo certificano le proposte, lo grida la gente. L'alternativa di centrodestra sarebbe Alfano? Nemmeno per idea. Se questo è un leader...
Complimenti a Matteo Salvini, il merito dello straordinario risultato è semplicemente ed indiscutibilmente suo. Con una campagna elettorale palmo a palmo è riuscito in pochi mesi a raddoppiare i voti della Lega Nord in una regione ostile, portandola ad essere l'unica forza politica che non ne ha persi. Mentre gli altri annaspano, il Carroccio cresce e prosegue.
Ed ovviamente complimenti ad Alan Fabbri, che ha iniziato da solo. Ha iniziato da solo a fare attività politica nel suo comune, Bondeno, diventandone apprezzato sindaco, tanto da essere riconfermato all'elezione successiva con un risultato "bulgaro" ed essersi meritato la candidatura alla presidenza della regione. Il tutto, senza sponsor o imposizioni dall'alto. Così come dovrebbe essere, Sempre.
Ora gli otto eletti leghisti dovranno lavorare sodo per dimostrare di meritare il consenso ottenuto, mantenerlo, incrementarlo e riuscire, dall'opposizione, a fare il possibile per dare risposte concrete a chi ha scelto di dare la propria fiducia ad un progetto che ha avuto con queste elezioni il suo battesimo.
- UPDATEAl termine di questa analisi, qualcuno obietterà dicendo che i confronti vanno fatti con le ultime elezioni regionali del 2010 e non con le ultime elezioni europee del 2014. Elezione regionale si confronta con elezione regionale. Se negli ultimi quattro anni non fosse cambiato lo scenario politico, questa osservazione sarebbe accolta. Nel 2010 il presidente del consiglio era Silvio Berlusconi ed il suo Popolo delle Libertà mieteva consensi ovunque e nessuno immaginava che negli anni successivi il Cavaliere potesse essere sostituito da Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi, con governi sostenuti dalle larghe intese. Il Movimento 5 stelle non si era ancora affermato, Angelino Alfano lo conoscevano in pochi, Di Pietro era sulla cresta dell'onda, il Bunga-bunga era ancora qualcosa di misterioso, Gianfranco Fini andava d'amore e d'accordo con Berlusconi, Pierferdinando Casini era uno dei politici più in vista, Letizia Moratti era sindaco di Milano e Giampiero Mariani quello di Desio, il segretario del PD era Pierluigi Bersani, quello della Lega Nord era Umberto Bossi. Insomma, dal punto di vista politico è cambiato il mondo.