Passa ai contenuti principali

Elezioni provinciali, il PD scarica il sindaco di Desio. Corti escluso dalle liste, premiati i sindaci di altri comuni


E' pronta. La lista con i candidati del Partito Democratico in lizza per le prossime elezioni provinciali del 12 ottobre è definita. Sì, avete letto bene. Prossime elezioni provinciali. Qualcuno penserà che siamo diventati matti, visto che le province sono state abolite. Invece no, sorpresa! Le province non sono state abolite, l'unica abolizione fatta è quella del diritto di voto ai cittadini.

Il sindaco di Desio, Roberto Corti (PD)
 
Presidente e consiglieri provinciali non saranno più eletti dai cittadini che si recano alle urne, bensì verranno scelti dai consiglieri comunali e sindaci in carica. E' proprio così. Il governo Renzi ha deciso che i rappresentanti dei cittadini nelle province non siano più eletti a suffragio universale, dando una sciabolata alla democrazia. Per fortuna che si chiamano Partito Democratico, meglio non pensare cosa avrebbero potuto partorire se si fossero chiamati ancora Partito Comunista. Non vogliamo nemmeno immaginarlo.

Ormai la presa in giro ops, riforma, è fatta, con buona pace di tutti. Le province resteranno in vigore come lo sono sempre state, con tutti i loro pregi e difetti. Saranno guidate, come al solito, da un presidente che sarà scelto tra uno dei sindaci in carica ed affiancato da altri due organi: il consiglio provinciale e l'assemblea dei sindaci.  Facile intuire chi comporrà l'assemblea dei sindaci, mentre per il consiglio provinciale potranno candidarsi solo i consiglieri comunali ed i sindaci, e sempre loro potranno votare per scegliere chi saranno i rappresentanti che dovranno gestire l'ente. Insomma, si è optato per una scelta, come dire, molto "intima". Ai cittadini è stata tolta la parola.

Se i cittadini non potranno più dire la loro, potranno invece farlo tutti gli eletti nei consigli comunali, in un'elezione farsa dai vincitori già stabiliti. Sapendo quanti sono i consiglieri comunali in forza a ciascuna formazione politica, i conti sono presto fatti. Le prossime elezioni delle provincia di Monza e Brianza saranno vinte dal Partito Democratico, che ha già annunciato la candidatura a presidente di Gigi Ponti, sindaco di Cesano Maderno e già candidato -trombato- alle elezioni provinciali del 2009, quando a decretare la sua sconfitta furono gli elettori in un'elezione che, a differenza di questa, era a suffragio universale.

Davanti ad un simile scenario, la prima formazione politica che ha già preparato la sua strategia elettorale è proprio quella di Matteo Renzi.
A sostegno di Gigi Ponti, nella lista provinciale del Partito Democratico, ci sono tanti sindaci. Scorrendo l'elenco possiamo trovare i primi cittadini di Monza Roberto Scanagatti, di Vimercate Paolo Brambilla, di Arcore Rosalba Colombo, di Bellusco Roberto Invernizzi, di Besana Brianza Sergio Cazzaniga, di Lissone Concetta Monguzzi e di Verano Brianza Renato Casati. Tra questi, c'è un assente d'eccellenza: Roberto Corti di Desio. Come mai un sindaco così apprezzato, pluripremiato e preso come modello di ottima amministrazione è stato escluso dalla lista? Difficile darsi una risposta.
Probabilmente non vorrà sottrarre tempo al suo impegno per Desio e continuare a dedicarsi completamente alla nostra città. Peccato per i desiani, fortuna per i brianzoli. Lui, sindaco modello pluripremiato e pluriosannato, preso ad esempio di buona amministrazione a livello nazionale avrebbe potuto dare alla provincia di Monza e Brianza una marcia in più. Invece no, a lui sono stati preferiti altri sindaci. Forse i suoi eclatanti risultati non sono tali e qualcuno nel suo partito si è accorto di questo, e nel PD desiano hanno preferito puntare sul conigliere comunale Rocco Cicchetti. Sarà lui a rappresentare il circolo locale del partito nella lista dei democratici.

 

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.