Mentre in Italia viene negato al veneto di esprimersi tramite referendum sulla propria indipendenza da Roma, in Catalunya viene fissata la data per la consultazione sull'indipendenza da Madrid. La data fatidica è quella del 9 novembre.
Articolo di Giovanni Polli - da www.lapadania.net
Alla fine anche la Catalunya sceglie la strada del referendum, malgrado le minacce e gli anatemi di Madrid. Ieri sera, il parlamento autonomo di Barcellona ha approvato la legge per la convocazione del voto indipendentista per il prossimo 9 novembre. L'approvazione è avvenuta a stragrande maggioranza: 106 i voti a favore e appena 28 i contrari. Naturalmente a favore i nazionalisti di centro di Convergencia i Unio (CiU) del presidente catalano Artur Mas, insieme agli indipendentisti di sinistra di Esquerra Republicana di Catalunya (Erc), ma anche gli ecologisti di Iniciativa Catalunya Verds (Icv), i radicali di sinistra della Candidatura d'Unitat Popular (Cup).
Sorpresa per il sì giunto anche dai socialisti catalani, che hanno cercato di "mascherare" la loro approvazione dichiarando che la legge «non serve per la convocazione di un referendum indipendentista». Gli unici 28 contrari, gli esponenti del del Partito popolare e del movimento nazionalista spagnolo Ciutadans.
Tra le disposizioni, viene istituito un registro di partecipazione alle consultazioni popolari gestito dall'Istituto di Statistica. Così come è avvenuto in Scozia, saranno chiamati al voto tutti i catalani di 16 anni compiuti ma, al contrario, potranno votare anche i residenti all'estero. Tocca ora al presidente Artur Mas firmare il decreto di convocazione, ma il governo centrale di Mariano Rajoy, contrario al referendum ha già da giorni annunciato un ricorso. Nel corso dei lavori del Parlamento, all'esterno della sede si è svolta un'imponente manifestazione al grido di «voteremo!».
Poche ore dopo la diffusione dei risultati del voto scozzese, Mas aveva elogiato «il senso della democrazia» del governo britannico e del suo primo ministro David Cameron che «poteva bloccare il referendum e non lo ha fatto perché è un democratico».
«Ciò che unisce - ha detto - è votare e ciò che separa è non consentirlo». Mas aveva anche dichiarato che per il suo governo «è più importante poter celebrare la consultazione che ottenere l'indipendenza» e si è chiesto se «la Catalogna sia meno nazione della Scozia per essere trattata in modo diverso». Anzi la richiesta di un voto «è persino più forte in Catalogna che in Scozia», come dimostrano le manifestazioni pubbliche «ed una maggioranza solida in parlamento», ha aggiunto.