Lunedì ha compiuto 90 anni. Era il 24 febbraio del 1924 quando Re Vittorio Emanuele III firmava il Regio Decreto con il quale si conferiva a Desio il titolo di città. Benito Mussolini era alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Papa Pio XI, al secolo Achille Ratti sedeva sul Soglio Pontificio e Tommaso Tittoni presiedeva il Senato.
Chissà se i circa 12mila desiani di allora si sarebbero immaginati che i loro discendenti del 2014 sarebbero stati oltre 40mila. Probabilmente no, nessuno si sarebbe potuto immaginare le immigrazioni di massa che dal dopoguerra in poi hanno cambiato per sempre i connotati della nostra città.
Una cosa è certa. Le "ottime condizioni dei servizi pubblici e aspetto molto estetico del paese" oggi non sarebbero prese in considerazione per promuovere la nostra città. Sono solo un ricordo lontano da fotografia in bianco e nero, che con tristezza e malinconia tratteggiano le strade della Desio che sapeva ancora di borgo antico. Piazza Conciliazione è stata stravolta, accompagnata da via Garibaldi e Corso Italia che hanno visto sorgere mostri di cemento al posto di corti e palazzi dei tempi che furono. Per non parlare dei servizi di oggi. Rimandati a settembre.
"Sull’essere provvisti di moderni impianti d’acqua, luce, gas, opera completa di fognatura" si continua con la buona tradizione, anche se spesso alcune strade rimangono al buio. "Sull’avere un importante Corpo di pompieri", "Sull’essere Capoluogo di Mandamento", "Sede del Regio Ufficio del Registro", "Sull’avere comodità dei locali scolastici, corso di Scuola Tecnica Municipale, due vasti Collegi Convitti, giardini d’infanzia, un orfanotrofio, scuole di Disegno che funzionano in modo lodevole", "Sull’avere un Ospedale di Circolo". Era ed è la Desio dei servizi, che c'erano all'ora e ci sono ancora oggi, seppur con tutti gli aggiornamenti del tempo che inevitabilmente passa. Tra le motivazioni che evidenziano i servizi, non c'era la presenza del Tribunale, che a breve ci sarà portato via.
La motivazione "Sull’essere un importantissimo Centro industriale" oggi non potrebbe essere usata, è un altro ricordo da cartolina. La Gavazzi, la Targetti e tutte le altre, anche loro, solo ricordi della Desio che fu. Forse si potrebbe sostituire con la presenza del Banco di Desio, tra gli istituti di credito più importanti nel panorama bancario. E chissà se la voce "Sull'avere costruito il PalaDesio" potrebbe sostituire "Sull’avere costruito un Campo di Tiro a Segno", che oggi giace all'ombra dell'acquedotto.
Resta una motivazione attuale quella "Sull’avere un importante mercato di merci, bestiame, foraggi che al lunedì di ogni settimana aumenta sensibilmente il traffico locale", soprattutto perchè di mercati del lunedì oggi ce ne sono due. Certo, bestiame e foraggi non fanno più la loro comparsata, ma le bancarelle di via Prati e di San Pietro e Paolo continuano ad essere sempre ben frequentate. Traffico compreso.
Se i mercati sono due, Desio raddoppia anche per i nostri defunti. "Sull’avere un decorosissimo Cimitero" ha contribuito alla promozione a città. Oggi che ne abbiamo addirittura due, più quello di San Carlo in convenzione con Seregno, dovremmo aspirare a diventare addirittura capoluogo.
Di certe cose non si finsce mai di discutere. "Fà e desfà l'è sèmper laurà" si dice in brianzolo, ed è proprio così. "Sull’essere Desio predestinato in già definita pratica ad essere Capolinea della Tramvia Elettrica Milano – Desio", così come oggi. Capolinea della rimessa abolito, ma nuova linea in arrivo verso Seregno.
"Una Chiesa Principale ricca e ampia con campanile foggiato a torre Viscontea", "Essere stato teatro delle memorabili battaglie tra Visconti e Torriani" , "Di aver dato i natali a S.S. l’attuale Sommo Pontefice Pio XI" sono gli elementi che rendono ancora oggi - e ci mancherebbe non fosse così - i desiani orgogliosi della loro città.
"Essere un centro prediletto di S.E. il Presidente del Senato Tomaso Tittoni" ha contribuito a diventare città. Viste le frequentazioni di oggi, forse ci sarebbe una retrocessione in vista. Solo la dolcezza del Papurogio servirebbe a qualcosa., che se nel 1924 ci fosse già stato troveremmo nella lista delle "eccellenze" desiane dell'epoca.
Ci accontentiamo della Desio di oggi, anche se a guardare quella di ieri un po' di malinconia arriva. Guardiamo alla Desio di domani, facendo gli auguri alla nostra città per i suoi 90 anni. Che bella o brutta che sia, con tutti i suoi pregi e i difetti, per noi rimane sempre la migliore.