Passa ai contenuti principali

I profughi, Maroni e le invenzioni del sindaco gambecorti. Un sindaco leghista penserebbe prima ai desiani.

"L'aveva chiesto Maroni". Così il sindaco di Desio giustifica la scelta di assegnare l'appartamento all'interno dell'ex carcere di Desio all'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati. Mai nulla di più falso. Roberto Maroni non ha mai fatto nessuna richiesta di questo genere a Roberto Corti. Quella del sindaco è un'invenzione bella e buona. 

Roberto Corti, sindaco pro-tempore di Desio

E' stato il comune di Desio a manifestare la volontà di aderire al Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), come risulta dalla delibera di giunta n° 13 del 14 gennaio 2014, all'interno della quale non compare nessun tipo di riferimento a disposizioni o inviti provenienti dal Presidente di Regione Lombardia. Visitando il sito dello SPRAR si nota un particolare che tra le caratteristiche principali del Sistema di protezione c'è "la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza". La volontarietà del comune di Desio di aderire a questo progetto è manifestata in una lettera d'intenti inviata il 17 ottobre 2013, che al momento -nonostante sia stata richiesta- non è disponibile.

Un estratto dalla delibera di giunta n° 13 del 2014


Nulla a che fare con l'Emergenza Nord Africa del 2011 richiamata dal sindaco Roberto Corti. In questo momento non ci sono emergenze in corso, a differenza di quanto accaduto nel periodo della cosiddetta "Primavera araba". Confrontando la delibera di giunta n°98  del 11 ottobre 2011 con quella approvata in questo caso, le differenze si vedono. Eccome.

Un estratto della delibera di giunta n° 98 del 2011

Evidentemente il sindaco fa un po' di confusione, a differenza del suo collega leghista di Cittadella, che ha invece le idee molto chiare. Al Prefetto di Padova, che ha chiesto la messa a disposizione di strutture per i profughi, ecco come ha risposto: "Con migliaia di famiglie in seria difficoltà che vengono quotidianamente a bussare alla porta del mio ufficio per chiedere un sostegno economico, un lavoro, una casa, insomma manifestano un terribile disagio che coinvolge tutta la comunità mi lascia di stucco. Nel territorio di Cittadella non sussistono le condizioni per aprire nessun centro di accoglienza; e se ci fossero le strutture adatte certamente le riserverei ai cittadellesi in difficoltà". 

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.