Sicurezza, non c'è solo la criminalità organizzata. Intervista all'assessore regionale Simona Bordonali
Non fatevi ingannare dal suo bel sorriso. Perché tosta è tosta. Non fosse che presiedere il consiglio comunale di Brescia non è già roba da poco. Si chiama Simona e di cognome fa Bordonali. E' lei il nuovo assessore del Carroccio con deleghe alla Sicurezza, Immigrazione e Protezione civile.
Deleghe importanti e molto leghiste, non è così assessore Bordonali?
«Intanto mi chiami Simona...».
Come preferisce.
«Comunque direi proprio di sì. Quella sulla sicurezza che il governatore era intenzionato a tenere per sè e che invece mi ha dato è un bel gesto di fiducia nei miei confronti. Ne sono molto onorata» .
Sorpresa della nomina?
«Assolutamente sì. Sono ancora molto emozionata. Sono però anche consapevole dell'importanza dell'incarico che mi è stato affidato».
Ma al suo fianco ha uno come Maroni che di sicurezza se ne intende...
«Vero, è stato un grande, forse il più grande, ministro dell'Interno, come dimostrano i successi conseguiti non solo nella lotta alla criminalità organizzata».
Di fatto fa molta paura ai cittadini anche la cosiddetta micrcriminalità.
«Giusto. Sono convinta che il tema della sicurezza vada gestito con determinazione e serietà. La mia città è stato un laboratorio significativo. Si sono fatti enormi passi in avanti grazie anche al lavoro di Fabio Rolfi. Di fatto non esiste solo la grande criminalità. C'è lo spaccio, la violenza sulle donne, i furti, gli scippi. Problemi che andranno studiati e risolti».
Quando ha saputo che sarebbe stata scelta come assessore nella nuova giunta guidata da Maroni?
«I primi contatti, o meglio approcci, sono arrivati durante un consiglio federale. Si era ventilata questa ipotesi ma senza nessuna certezza».
Una certezza arrivata quando?
«24 ore fa con una telefonata di Salvini e a seguire quella di Maroni».
I primi a complimentarsi?
«Già appena iniziava a girare il mio nome avrò ricevuto decine e decine di chiamate di auguri. Ma la prima telefonata l'ho fatta io».
E a chi?
«Ai miei genitori. Credo di aver fatto un bel regalo al mio papà per la sua festa».
Ha già qualche idea su quali saranno le priorità del suo assessorato?
«La via maestra è il programma stesso che abbiamo presentato ai nostri elettori e su ci hanno votato».
Anche lei è a rischio incompatibilità per la carica alla presidenza del Consiglio comunale bresciano?
«Ho subito chiesto agli uffici competenti ma questa incompatibilità non ci sarebbe. Mi troverò però col gruppo consigliare e la segreteria nazionale per decidere il da farsi. Le mie dimissioni sono già sul tavolo. Tra l'altro io sono contraria ai doppi incarichi. Qui c'è solo una questione di valutazione politica e istituzionale. Nel senso che a Brescia si voterà tra due mesi. Ma come detto io sono prontissima a lasciare la carica da presidente. Mi rimetto alle mie segreterie politiche».
Ora a festeggiare...
«No guardi passo a trovare i miei e a fare gli auguri al mio grande papà. Poi a nanna. Domani (oggi per chi legge, ndr) sarà una giornata intensa. Prima in Loggia a sistemare alcune questioni in sospeso. Poi di corsa a Milano per la prima Giunta. Non ci si ferma mai. Sotto a lavorare».
Da "La Padania"
Da "La Padania"