Passa ai contenuti principali

Risparmio energetico ed efficienza: Desio aderisce al progetto "Lumière"

"Con l'approvazione di questo progetto per l'illuminazione pubblica si andrà a sostituire l'attuale rete obsoleta, con un notevole sviluppo di tipo tecnologico". Così ha spiegato Silvio Arienti, capogruppo della Lega Nord, il voto favorevole del Carroccio all'adesione al progetto "Lumiere", realizzato in collaborazione con ENEA, provincia di Monza e Brianza ed Infoenergia.

"Lumière è un Progetto di ricerca e trasferimento strutturato da ENEA con l’obiettivo di promuovere l’efficienza energetica nel settore dell’illuminazione pubblica ed in particolare favorire la riduzione dei consumi di energia elettrica degli impianti d’illuminazione dei Comuni", come si legge sul sito dedicato. Un Progetto a cui ha aderito anche il comune di Desio, al fine di rinnovare l'impianto d’illuminazione pubblica.

Dei 2012 punti luce esistenti a Desio, quelli che hanno più di 20 anni saranno sostituiti per dotarsi di un sistema di illuminazione pubblica 'intelligente'. I nuovi impianti saranno dotati di sensori  per la raccolta dati ad esempio sul traffico e sulla qualità dell'aria e per la segnalazione automatica di guasti. Si procede, a piccoli passi, nella direzione della cosiddetta Smart City. Ed il comuna potrà anche risparmiare sui costi in bolletta grazie alle nuove tecnologie di illuminazione: si parla di circa 200mila € sugli 800mila spesi attualmente.

Per mettere la parola fine agli inconvenienti ed ai guasti diffusi sulla rete attuale, che porta molto spesso intere vie a rimanere al buio, ci sarà da aspettare. La tabella di marcia prevede entro l'anno l'individuazione di un nuovo gestore della rete di illuminazione pubblica in Città che dovrà occuparsi della manutenzione e degli investimenti previsti dal progetto. Per vedere i primi lavori realizzati passeranno almeno un paio di anni. Ecco il cronoprogramma.

Documenti e schede di approfondimento: il progetto Lumière.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.