L’ex sindaco leghista Romanò: no al raddoppio del forno di Desio. La Lega: «La mozione del Consiglio regionale ci dà ragione»
POTREBBE essere la Regione a bloccare il nuovo piano industriale di Bea Spa per il potenziamento del forno inceneritore di Desio. «Sarebbe un intervento coerente con la mozione approvata dal Consiglio regionale poco più di un mese fa, della quale ho cercato, inutilmente, di chieder conto durante il dibattito in Consiglio comunale a Cesano Maderno», dice Marina Romanò, ex sindaco ed oggi consigliere della Lega Nord all’opposizione.
Lo evidenzia sollevando molte perplessità, supportate da documenti e tabelle, sul piano che è appena stato approvato, seppur con una maggioranza risicatissima, del 51,40 per cento degli enti soci, ma col voto contrario del Comune di Desio, sede dell’inceneritore gestito da Bea, che dovrebbe incrementare significativamente la propria capacità di smaltimento grazie agli investimenti garantiti dall’ingresso di un socio privato ma con l’impegno dei comuni soci a smaltire per altri 20 anni.
Lo evidenzia sollevando molte perplessità, supportate da documenti e tabelle, sul piano che è appena stato approvato, seppur con una maggioranza risicatissima, del 51,40 per cento degli enti soci, ma col voto contrario del Comune di Desio, sede dell’inceneritore gestito da Bea, che dovrebbe incrementare significativamente la propria capacità di smaltimento grazie agli investimenti garantiti dall’ingresso di un socio privato ma con l’impegno dei comuni soci a smaltire per altri 20 anni.
«Il 19 settembre il Consiglio regionale ha approvato una sorta di moratoria sui nuovi impianti e sull’ampliamento degli esistenti», spiega la Romanò. Il testo chiede esplicitamente la sospensione «del rilascio di nuove autorizzazioni per impianti di incenerimento e termovalorizzazione e per l’ampliamento di impianti già esistenti con aumento delle potenzialità di smaltimento fino all’approvazione del nuovo Programma regionale di gestione dei rifiuti».
«Questo - prosegue la Romanò - è uno degli elementi che avrebbe dovuto far riflettere i sindaci che hanno approvato questo piano che lega mani e piedi ai comuni obbligandoli a sottostare per altri vent’anni alle imposizioni di Bea, in termini di modalità di smaltimento e di costi».
Marina Romanò |
CESANO Maderno, ad esempio «oggi paga lo smaltimento dei rifiuti con Bea più di quanto probabilmente lo pagherebbe andando in gara - continua l’ex sindaco -. Ci sono impianti, nella stessa Lombardia, e a distanze contenute, come Valmadrera o Trezzo, dove l’incenerimento dei rifiuti costa meno e non ci vincola. È inconcepibile la modalità con cui è stata presa questa decisione, tra l’altro dopo un Consiglio comunale in cui un funzionario dell’Arpa, ufficialmente invitato, non è intervenuto a dare indicazioni sulle emissioni dell’impianto potenziato, per il quale, la stessa Regione Lombardia, in fase di prima valutazione ha chiesto interventi di particolare mitigazione o compensazione».