Passa ai contenuti principali

Tante adesioni al presidio di questa mattina per salvare il Tribunale di Desio

Si è svolto questa mattina davanti al Tribunale di Desio il presidio per protestare contro la sua chiusura, organizzato dal consigliere regionale della Lega Nord, Massimiliano Romeo insieme ai militanti della sezione cittadina.

“Mi ritengo soddisfatto – dichiara Rome
o – dell’esito della manifestazione, il cui obiettivo dichiarato è quello di evitare ogni tipo di rassegnazione e di non arrendersi di fronte alla prospettiva della chiusura.
In altre parti d’Italia, in particolare al Sud, le forti proteste hanno ottenuto il risultato cercato: anche da parte nostra ritengo sbagliato accettare supinamente le decisioni del Governo senza colpo ferire.
La petizione a difesa del Tribunale di Desio ha ottenuto oggi il sostegno di parecchi avvocati, cittadini e addetti ai lavori, fra cui il vicepresidente dell’Ordine Avvocati di Monza e Brianza, Gabriele Tossani e il presidente dell’Associazione Territoriale di Desio dei Commercianti, Enrico Origgi.

Secondo il consigliere del Carroccio la chiusura del Tribunale di Desio non porterà alcun risparmio: “solo per il trasloco sono previsti 200 mila euro di spesa, aggiungiamo poi che a Monza si dovranno affittare spazi adeguati per le attività che oggi vengono svolte a Desio.”

Un momento del presidio davanti al Tribunale

Al presidio erano presenti, fra gli altri, il consigliere regionale del PDL e già sindaco di Limbiate, Antonio Romeo e una nutrita schiera di amministratori della Lega Nord fra cui il presidente del Consiglio Regionale Fabrizio Cecchetti, il presidente del Consiglio Provinciale Angelo De Biasio, il sottosegretario regionale Massimo Zanello, l’assessore provinciale Enrico Elli, la presidente della Commissione provinciale Sicurezza Paola Gregato, gli assessori comunali di Muggiò Matteo Mazza e di Bovisio Masciago Giovanni Sartori, il segretario del carroccio desiano Marco Travagliati e i consiglieri comunali Andrea Villa di Desio e Jacopo Beni di Varedo.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.