In due ore hanno raccolto oltre cento firme, quasi una al minuto. Un’adesione bi-partisan passata dal sostegno espresso dal vicepresidente dell’Ordine Avvocati di Monza e Brianza, Gabriele Tossani, alle parole di elogio del presidente dell’Associazione commercianti di Desio, Enrico Origgi.
Articolo dal setimanale "L'esagono" |
A presidiare l’ingresso del Tribunale di via Galli, mercoledì mattina, c’erano una quarantina di persone. Nessuna bandiera di partito, vietate spille, spillette e bandiere. Unico obiettivo: difendere la sede Distaccata dalla chiusura decisa dal Governo di Mario Monti. Una manifestazione promossa dal consigliere regionale leghista, Massimiliano Romeo, a cui si è affiancata gente comune, avvocati, persino alcuni commercianti che da anni sfruttano l’indotto prodotto dal Tribunale. Immancabili poi gli amministratori locali. Tanti ma non tutti, perché della Giunta di Roberto Corti nei paraggi non si è intravisto nessuno. Presenti, fra gli altri, il consigliere regionale Pdl Antonio Romeo, il presidente del Consiglio Regionale Fabrizio Cecchetti, il presidente del Consiglio Provinciale Angelo De Biasio, il sottosegretario regionale Massimo Zanello, l’assessore provinciale Enrico Elli, la presidente della Commissione provinciale Sicurezza Paola Gregato, l’assessore di Muggiò Matteo Mazza, il segretario del carroccio desiano Marco Travagliati e il giovane padano Andrea Villa. Un coro unanime per dire no “a una chiusura che non porterà alcun genere di risparmio - ricorda Romeo - solo per il trasloco sono previsti 200 mila euro di spesa, aggiungiamo poi che a Monza si dovranno affittare spazi adeguati per le attività che oggi vengono svolte a Desio”. Una sede virtuosa con 7mila procedimenti annui fra penale e civile, ma ritenuta troppo costosa da Roma. “Ma accettare supinamento le decisioni del Governo ci pare troppo” aggiunge ancora Romeo al cui fianco si è schierato Cecchetti in rappresentanza di tutta la Regione Lombardia. “La decisione di sopprimere le sedi distaccate dei tribunali rappresenta un danno per il nostro territorio - spiega Cecchetti - ho incontrato diversi cittadini e operatori del settore che si sono lamentati e hanno protestato contro questa scelta che toglie un importante servizio e che rischia di danneggiare ulteriormente l’economia locale”. Risale al 10 luglio una missiva spedita dal Pirellone e indirizzata al Premier Monti, al Ministro della Giustizia Paola Severino e ai Presidenti della Commissioni giustizia di Camera e Senato in cui erano evidenziate le criticità del provvedimento. “Dopo quasi tre mesi non ho ancora ricevuto una risposta - lamenta Cecchetti - Sono molto dispiaciuto per questo atteggiamento del Governo che purtroppo, ancora una volta, dimostra di essere lontano dai cittadini e da chi li rappresenta nelle Istituzioni”.