Passa ai contenuti principali

La CGIL spieghi le proprie responsabilità nei fatti di Desio

Dopo gli incresciosi fatti di ieri, durante il corteo contro Pedemontana, il movimento Domà Nunch vuole vederci chiaro. La delegazione presente all'iniziativa con bandiere e striscioni, è stata allontanata in malomodo da alcuni manifestanti scesi dall'auto di una notissima sigla sindacale.
 
Il logo del movimento Domà Nunch
 

Come denunciato già ieri 30 settembre, durante l'avvio della manifestazione a Desio, un'auto-van riportante le decalcomanie ufficiali della CGIL ha superato improvvisamente la rappresentanza di Domà Nunch posizionandosi davanti ad essa. Dal mezzo sono scese alcune persone, subito raggiunte da altri "manifestanti"; a ciò è seguito l'inscenarsi della violenta serie di insulti e provocazioni nei confronti degli econazionalisti, obbligando il conseguente l'intervento della polizia.

Il movimento econazionale Domà Nunch, per bocca del Segretario Nazionale Matteo Colaone:

- Pretende che gli organizzatori della manifestazione forniscano delle spiegazioni ufficiali e a mezzo stampa sull'intero accaduto e con particolare riferimento a quali misure siano state messe in atto per evitare la presenza di individui violenti, espondendo a serio rischio la città di Desio;
- Pretende che il sindacato CGIL giustifichi l'azione sopra descritta e faccia assoluta chiarezza sulle proprie responsabilità, nonchè sulle motivazioni per le quali un loro mezzo abbia eseguito tale manovra e in tale frangente;
- Annuncia di riservarsi la decisione di presentare un esposto alla magistratura competente.
 
 

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.