I presidenti delle province lombarde hanno abbandonato l'UPI, Unione delle province italiane. La decisione e' stata presa all'unanimita' durante un incontro al Pirellone e in segno di protesta contro il riordino degli enti previsto dalla spending review del governo.
LA BRIANZA NON PUO’ PAGARE PER GLI SPRECHI DEL SUD “Prima il Nord” ha fatto breccia, finalmente: è inutile stare in un organismo che difende gli sprechi del Sud e non si oppone con fermezza all’assurda riorganizzazione imposta da Roma. Se davvero dovessimo unire Monza con Como e Varese ne uscirebbe una nuova Regione, svuotata però delle funzioni cardine e, soprattutto, senza il becco di un quattrino. Un ente del genere come potrebbe dare risposte omogenee a un cittadino che vive a due passi dalla Svizzera e a uno che sta a due passi da Milano? Ma il fatto più sconcertante e vergognoso è che, per pura demagogia, si aboliscono le province e si fanno lievitare i costi, perché come noto un dipendente della Provincia che passi sotto la Regione avrà diritto ad uno stipendio più elevato. Questo squilibrio era stato già certificato a suo tempo dalla Bocconi, che quindi smentisce Monti su tutta la linea. Ancora una volta si vuol tagliare al Nord per coprire gli sprechi del Sud. La realtà è che Monti vuole uccidere la democrazia: prima un Governo di nominati, poi il taglio delle province, la prossima volta toccherà ai Comuni. La Brianza non starà certo a guardare, caro Presidente Monti: quella che vede lei in fondo al tunnel è si una luce, ma del treno che avanza”. Questo è il commento di Dionigi Canobbio, segretario provinciale della Lega Nord di Monza e Brianza.
LA LOMBARDIA E' GIA' VIRTUOSA "Le 12 Province lombarde hanno deciso all'unanimità di uscire dall'Upi perché non si sentono più rappresentate da un'Unione che continua a portare avanti ad oltranza una difesa generalizzata delle Province ignorando che l'efficienza in alcuni territori, come in Lombardia, non solo esiste già ma dovrebbe essere incentivata e presa ad esempio", ha spiegato il Presidente dell'Upl (Unione Province Lombarde) e numero uno della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori, a margine della Consiglio Direttivo straordinario che si è tenuto ieri a Palazzo Pirelli proprio sul tema del riordino.
"La scelta di uscire dall'Upi - spiega Sertori - deriva principalmente dalle abissali differenze tra la spesa pro capite delle nostre Province e quelle del resto d'Italia. La nostro spesa media è pari a 100 euro contro i 200 del resto del Paese." In Lombardia, quindi, l'esborso per i servizi è dimezzato, ma non è solo questo il motivo che ha spinto il Direttivo UPL a deliberare l'uscita dall'Unione nazionale delle Province: "La battaglia sui tagli lineari operati dal Governo sui cosiddetti costi intermedi delle Province - prosegue Sertori - deve necessariamente partire da un presupposto di fondo che, al momento, non è tenuto nella dovuta considerazione: i costi intermedi sono le risorse impiegate per garantire i servizi ai cittadini, come trasporto locale e manutenzione di scuole e strade e formazione professionale, e non comprendono invece le spese per il personale, che le Province lombarde, al contrario di molte altre, hanno già letteralmente abbattuto." Una differenza sostanziale, a parere dell'Upl, che si unisce al fatto che "Regione Lombardia ha conferito ai nostri enti tantissime deleghe, molte di più rispetto a quelle di altre Province."
"Il prossimo passo - annuncia Sertori - sarà una riunione con le Province che ci sono vicine, non solo geograficamente ma anche in termini di efficienza e virtuosità. Siamo già in contatto con Veneto, Piemonte, Liguria ed estenderemo l'invito anche all'Emilia. Probabilmente - conclude il numero uno dell'Upl - riusciremo ad organizzare una riunione congiunta già nel corso della prossima settimana."
"La scelta di uscire dall'Upi - spiega Sertori - deriva principalmente dalle abissali differenze tra la spesa pro capite delle nostre Province e quelle del resto d'Italia. La nostro spesa media è pari a 100 euro contro i 200 del resto del Paese." In Lombardia, quindi, l'esborso per i servizi è dimezzato, ma non è solo questo il motivo che ha spinto il Direttivo UPL a deliberare l'uscita dall'Unione nazionale delle Province: "La battaglia sui tagli lineari operati dal Governo sui cosiddetti costi intermedi delle Province - prosegue Sertori - deve necessariamente partire da un presupposto di fondo che, al momento, non è tenuto nella dovuta considerazione: i costi intermedi sono le risorse impiegate per garantire i servizi ai cittadini, come trasporto locale e manutenzione di scuole e strade e formazione professionale, e non comprendono invece le spese per il personale, che le Province lombarde, al contrario di molte altre, hanno già letteralmente abbattuto." Una differenza sostanziale, a parere dell'Upl, che si unisce al fatto che "Regione Lombardia ha conferito ai nostri enti tantissime deleghe, molte di più rispetto a quelle di altre Province."
"Il prossimo passo - annuncia Sertori - sarà una riunione con le Province che ci sono vicine, non solo geograficamente ma anche in termini di efficienza e virtuosità. Siamo già in contatto con Veneto, Piemonte, Liguria ed estenderemo l'invito anche all'Emilia. Probabilmente - conclude il numero uno dell'Upl - riusciremo ad organizzare una riunione congiunta già nel corso della prossima settimana."