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Tribunale, da affrontare il nodo di Desio. Il punto con l'on. Molteni e il cons. Romeo.

La Lega Nord non molla la presa sul ministro della Giustizia e ne chiede la sfiducia. Il tribunale di Monza ha riaperto i battenti, e si trova a dovere affrontare la questione legata alla chiusura della sede di Desio, decisa dal governo Monti in nome della spending-review. Poco importa se i locali sono da sempre messi a disposizione gratuitamente dal comune e il trasferimento a Monza generi più costi che risparmi.

«Vista la richiesta unanime della commissione Giustizia della Camera di un'audizione del ministro Severino per discutere del decreto legislativo sul riordino dei tribunali, riteniamo che la mozione di sfiducia che presenterà a breve la Lega Nord sarà la sede più adatta per affrontare il dibattito parlamentare sulla gestione fallimentare del ministro», ha affermato il capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia alla Camera, Nicola Molteni. «La pioggia di critiche che ancora oggi è piovuta addosso al ministro della Giustizia, anche da esponenti della maggioranza che sostengono questo disastroso governo, è la conferma dei danni provocati da questo decreto nel quale non si è tenuto minimamente conto delle osservazioni sollevate dal parlamento e dagli Enti locali».

Il tribunale di Desio

«Sono molto arrabbiato - commenta il consigliere regionale lombardo della Lega Nord Massimiliano Romeo, che si era fatto portavoce della mozione per evitare la soppressione della sezione distaccata del Tribunale di Monza a Desio -. Quella di Desio è la sede distaccata più grande d’Italia, una sede virtuosa, composta da gente che lavora in modo solerte e mi vanno a colpire con la Spending Review un Tribunale che davvero funziona». L'esponente leghista si infuria ancora di più quando ripensa che il Ministro della Giustizia ha sottolineato come non siano stati soppressi i Tribunale nelle zone colpite dalla mafia. «Questo Ministro non ha capito nulla - continua il consigliere regionale leghista - perché anche il Tribunale a Desio lavora in un territorio dove è stata accertata la presenza della ’ndrangheta. Questo provvedimento di soppressione finisce per fare un favore alla mafia. Siamo davvero stufi. L’unica cosa che rimane da fare è disobbedire alle leggi dello Stato e piazzarsi davanti al Tribunale di Desio per evitare che venga chiuso».


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