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Roberto Maroni: clandestini, servono i respingimenti

Lui quando era ministro dell’Interno il centro di accoglienza di Lampedusa l’aveva svuotato completamente, normale che in queste ore il segretario della Lega Nord sia deluso nel vedere che il suo lavoro sta venendo vanificato. «Respingimenti, come facevo io, questo serve per fermare l'invasione», ha suggerito ieri Roberto Maroni attraverso la sua pagina Facebook di fronte ad un nuovo arrivo di immigrati - il secondo in nemmeno due giorni - sulle coste dell’isola siciliana.
Ieri la Guardia Costiera è intervenuta al largo di Lampedusa per organizzare il trasbordo sulle motovedette di 81 extracomunitari di provenienza subsahariana che si trovavano a bordo di un gommone alla deriva, con il motore in avaria. Le autorità marittime di Palermo erano state allertate domenica sera sulla presenza, in acque libiche, di un gommone in precarie condizioni di sicurezza con a bordo svariate decine di persone.
La Guardia Costiera, in stretto contatto con le Autorità libiche, ha iniziato il monitoraggio del natante, avvalendosi anche di un elicottero decollato da una nave della Marina Militare che si trovava in zona.
Sono stati interessati anche due rimorchiatori che navigavano nelle vicinanze e, contemporaneamente, sono state allertate due motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa. Nessuna unità navale libica però, a quanto si apprende, pare sia stata in grado (o abbia voluto) raggiungere il gommone con i clandestini. L’imbarcazione, in precarie condizioni di sicurezza per le ridotte dimensioni (10 metri circa di lunghezza) e per l'eccessivo carico di persone, dopo essersi fermato ha ripreso a navigare fino alle 9.35 di ieri mattina quando, al largo di Lampedusa, con motore in avaria e ormai alla deriva, è stato raggiunto dalle due motovedette della autorità italiane. Nel primo pomeriggio l’imbarcazione è stata trainata in porto.
Uno scalo “affollato” quello di Lampedusa, visto che solo domenica erano sbarcate sull’isola oltre 400 persone, nella maggioranza, se non tutti, tunisini. In questo caso l’arrivo è stato a bordo di pescherecci tutt’altro che in cattivo stato. Così come le condizioni di salute degli immigrati, che sono apparse subito piuttosto buone, nessuno infatti, a quanto è stato riferito, presentava segni di disidratazione o inedia. Anche in questo caso Maroni aveva commentato il ritorno degli sbarchi facendo un’analisi tanto sintetica quanto precisa: «Vengono dalla Tunisia, non sono profughi ma clandestini e possono essere rimpatriati subito in base all’accordo da me fatto un anno fa. Ministro Cancellieri - aveva rivolto un appello l’ex titolare del Viminale - non si faccia fregare dal buonismo peloso di qualche suo collega di governo».

Articolo di Paolo Guido Bassi su La Padania del 21-08-2012




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