Matteo Salvini, intervistato dal quotidiano "La Padania" anticipa oggi alcune iniziative autunnali organizzate dalla Lega Nord, dalla gazebata di ottobre per abolire i ticket sanitari. La sezione di Desio sarà pronta a fare la sua parte, per una stagione che si preannuncia movimentata.
Muscoli e cervello per il Nord. La Lega Lombarda si sta preparando ad una massiccia campagna d’autunno nel segno della mobilitazione sul territorio. «Abbiamo oltre 600 sezioni, più di 15.000 militanti e da qui a dicembre inaugureremo 12 nuovi sedi. Una presenza capillare che intendiamo mettere in moto e far girare a pieno regime per rilanciare la nostra azione politica», fa sapere Matteo Salvini, numero uno del movimento di Roberto Maroni in Lombardia. Muscoli e cervello appunto, perché al Carroccio proposte e progetti non mancano. «Questi sono mesi di lavoro - spiega - . A fine settembre avremo gli Stati generali a Torino nel corso dei quali verrà elaborato il nuovo manifesto del Movimento, cioè la sintesi della nostra proposta politica, quella che noi porteremo in piazza per coinvolgere e ascoltare i lombardi. Entro fine ottobre allestiremo almeno mille gazebo in altrettante piazze per parlare con tutti, anche con chi leghista non è».
E magari potrebbe diventarlo... «Io me lo auguro, perché continuo a pensare che un lombardo per il solo fatto di vivere in questa regione dovrebbe essere leghista a prescindere. La nostra è l’unica forza politica a difendere davvero i suoi interessi. Non fosse altro per il fatto che tutte le altre hanno sì braccia e gambe sul territorio, ma la “testa” è sempre a Roma. Ciò detto però, se c’è qualcuno che per questo o quel motivo la nostra tessera non vuole avere ma è disposto a fare un tratto di strada insieme, noi non chiudiamo le porte. Anzi, le spalanchiamo».
A chi pensa, segretario?«Ad esempio, ai sindaci dei Paesi sotto i 5000 abitanti che dal prossimo anno saranno costretti a sottostare al patto di stabilità. Un vincolo che li “ucciderà” bloccandone l’attività amministrativa. In Lombardia queste realtà sono circa 1000. I borgomastri leghisti di questi Comuni sono un centinaio. Ecco, noi vogliamo parlare pure con i restanti 900, che per lo più sono stati eletti in liste civiche senza particolari referenti politici a livello nazionale. Penso che su questa e su altre battaglie potranno emergere delle convergenze».
Girando per il territorio che indicazioni riceve parlando con la gente?«Domina l’incazzatura. La gente non è minimamente interessata dai chiacchiericcio e dai tecnicismi che ancora una volta la politica romana ci sta propinando. È poco toccata dalle polemiche su Napolitano o Berlusconi, ma vuole avere delle risposte ai problemi concreti che vive ogni giorno. A partire dalle troppe tasse o dagli esborsi cui è costretta per pagare certi servizi».
O i ticket sanitari. Quelli che la Lega vorrebbe ridurre o abolire in Lombardia. «Esattamente, è un impegno che ci siamo presi e che intendiamo portare avanti. Una battaglia trasversale, perché riguarda tutti. Da qui l’idea della mega consultazione popolare con i gazebo attraverso i quali sonderemo l’opinione anche su altre questioni: dal referendum sull’Euro lanciato da Maroni alla proposta di lasciare sul territorio almeno metà delle tasse pagate dai cittadini. Ribadisco, abbiamo l’ambizione di parlare non solo ai leghisti ma a tutti i lombardi».
C’è da sperare che Formigoni non legga questa intervista, altrimenti ruba l’idea come ha fatto con la macroregione del Nord. «Non so se Formigoni legga la Padania, ma mai dire mai. Però visto che ci sarà da dare battaglia seriamente, cioè anche scontrandosi con Roma, se il Governatore della Regione Lombardia ci segue: ben venga! Se Formigoni sposa una battaglia della Lega ne siamo solo contenti».
E magari potrebbe diventarlo... «Io me lo auguro, perché continuo a pensare che un lombardo per il solo fatto di vivere in questa regione dovrebbe essere leghista a prescindere. La nostra è l’unica forza politica a difendere davvero i suoi interessi. Non fosse altro per il fatto che tutte le altre hanno sì braccia e gambe sul territorio, ma la “testa” è sempre a Roma. Ciò detto però, se c’è qualcuno che per questo o quel motivo la nostra tessera non vuole avere ma è disposto a fare un tratto di strada insieme, noi non chiudiamo le porte. Anzi, le spalanchiamo».
A chi pensa, segretario?«Ad esempio, ai sindaci dei Paesi sotto i 5000 abitanti che dal prossimo anno saranno costretti a sottostare al patto di stabilità. Un vincolo che li “ucciderà” bloccandone l’attività amministrativa. In Lombardia queste realtà sono circa 1000. I borgomastri leghisti di questi Comuni sono un centinaio. Ecco, noi vogliamo parlare pure con i restanti 900, che per lo più sono stati eletti in liste civiche senza particolari referenti politici a livello nazionale. Penso che su questa e su altre battaglie potranno emergere delle convergenze».
Girando per il territorio che indicazioni riceve parlando con la gente?«Domina l’incazzatura. La gente non è minimamente interessata dai chiacchiericcio e dai tecnicismi che ancora una volta la politica romana ci sta propinando. È poco toccata dalle polemiche su Napolitano o Berlusconi, ma vuole avere delle risposte ai problemi concreti che vive ogni giorno. A partire dalle troppe tasse o dagli esborsi cui è costretta per pagare certi servizi».
O i ticket sanitari. Quelli che la Lega vorrebbe ridurre o abolire in Lombardia. «Esattamente, è un impegno che ci siamo presi e che intendiamo portare avanti. Una battaglia trasversale, perché riguarda tutti. Da qui l’idea della mega consultazione popolare con i gazebo attraverso i quali sonderemo l’opinione anche su altre questioni: dal referendum sull’Euro lanciato da Maroni alla proposta di lasciare sul territorio almeno metà delle tasse pagate dai cittadini. Ribadisco, abbiamo l’ambizione di parlare non solo ai leghisti ma a tutti i lombardi».
C’è da sperare che Formigoni non legga questa intervista, altrimenti ruba l’idea come ha fatto con la macroregione del Nord. «Non so se Formigoni legga la Padania, ma mai dire mai. Però visto che ci sarà da dare battaglia seriamente, cioè anche scontrandosi con Roma, se il Governatore della Regione Lombardia ci segue: ben venga! Se Formigoni sposa una battaglia della Lega ne siamo solo contenti».