Passa ai contenuti principali

L'ex casa di riposo deve diventare un polo d'eccellenza per la Brianza

In questo caldissimo mese di agosto, insopportabile a tutti noi rimasti in città per motivi di lavoro o per impossibilità economiche, non possiamo dimenticare la popolazione anziana, che è sempre più numerosa e sola nella nostra città.
In particolare, un pensiero va rivolto agli anziani accuditi da assistenti domiciliari o istituti specifici, come la casa di riposo “Pio e Ninetta Gavazzi”, che nella struttura di via Canonico Villa ospita ben 124 pazienti, con età media di 86 anni, di cui l’80% non autosufficienti, assistiti da 76 dipendenti preparati e motivati al delicato incarico affidatogli.
In seguito ai continui tagli dello Stato Centrale e agli aumenti di imposte (imu, addizionale irpef, tariffe energetiche), la casa di riposo è stata costretta ad innalzare la retta a 68 euro al giorno ad  ospite (1 euro in più al giorno dal mese di agosto), tariffa che era invariata dal 2008.
Quando si parla della “Pio e Ninetta Gavazzi”, non si può dimenticare l’immobile di Corso Italia 61, che struttura storica ed edificio dove è nata la Casa di Riposo di Desio, che si compone di 3 fabbricati distinti, ma funzionalmente connessi su di un’area di oltre mq. 8.000, inutilizzata dal 2007. Da notizie del palazzo comunale, l’A.s.p., l’Amministrazione Comunale e Asl di Monza, hanno costituito un tavolo di lavoro composto da rappresentanti dei propri enti, che sta valutando l’utilizzo più idoneo dell’edificio in ambito socio-sanitario. I parametri posti dalla Lega Nord sull’assetto dell’immobile di Corso Italia,  prevedono che l’area diventi un polo socio-sanitario d’eccellenza e che l’edificio pur essendo demolito e ricostruito a nuovo, mantenga la linea di facciata attuale. Ci auguriamo che nel 2013 si dia inizio ai lavori di riqualificazione dell’area, attesi da anni dalla nostra comunità e della quota più fragile della popolazione (quella  anziana).

Sulla questione anziani, l’Amministrazione Comunale dovrebbe porre maggiore attenzione alle problematiche sottese, e non un solo giorno all’anno, mediante il pranzo di ferragosto, ma   interventi concreti, quali, contributi economici a favore delle famiglie che hanno familiari in istituti di assistenza o che si avvalgono della collaborazione di badanti, ridurre le tasse e i canoni all’Asp Gavazzi e al Centro Diurno Integrato al fine di contenere le tariffe, esentare da tarsu e imu i desiani con 75 anni di età, somme per queste priorità, se si vogliano si trovano, effettuando dei  tagli alle consulenze esterne, agli stipendi degli amministratori, da una seria lotta all’evasione fiscale e alle morosità.

La casa di riposo di corso Italia

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.