Dodici anni fa la prima intesa per un progetto che deve essere realizzato entro tre anni. L'assessore: "L'opera sarà compiuta, chi non la vuole si svincola ma non vedrà aprirsi le porte del tram". Su "Il Giorno" il punto della situazione sulla realizzazione dello metrotramvia che collegherà Seregno a Milano, passando per Desio.
Il vecchio tram in piazza Conciliazione |
Milano, 29 giugno 2012 - Diventerà la rotaia veloce che collega la Brianza alla Milano di Expo: entro il 2015 la linea Milano-Desio-Seregno passerà da tram a metrotranvia. Il progetto è promosso dalla Provincia di Milano. Dal protocollo d'intesa del 2000 sono dovuti passare due lustri prima che, il 10 febbraio 2010, Palazzo Isimbardi firmasse insieme a Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza e sette Comuni (Milano, Bresso, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno) l'accordo di programma per la realizzazione. Poi ancora due anni per arrivare al nome di chi farà i lavori. Ci siamo quasi: come annuncia Giovanni De Nicola, assessore provinciale ai Trasporti e fiero sostenitore della metrotranvia («È una grande opera che fa bene all'economia locale»), dopo continui rimandi a data da destinarsi oggi avremo l'aggiudicazione provvisoria del bando di gara. Ma i problemi non sono finiti qui.
De Nicola, in una scheda sul progetto l'Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (organo collegiale eletto dai Presidenti di Camera e Senato, ndr) indica l'inizio dei lavori a settembre 2011 e la conclusione a dicembre 2014. Avete già accumulato 9 mesi di ritardo su 36.
«Lo so, tutto è dipeso dai tempi di assegnazione della gara da parte del Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche. Si tratta di un'articolazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che non mi risulta abbia mai prodotto un metro di ferrovia ma a cui la precedente giunta provinciale di Milano (guidata da Filippo Penati, ndr) ha affidato il ruolo di stazione appaltante. Però ora la commissione ha terminato l'esame delle dodici offerte pervenute. Speriamo non ci siano ricorsi, così potremo iniziare quanto prima i lavori».
L'opera è considerata necessaria per Expo, che inizia il primo maggio 2015: come pensate di riuscire a rispettare le scadenze?
«Nel bando di gara c'è un premio di punteggio per l'azienda che si impegna a realizzare i lavori in meno di tre anni. La Provincia non vuole rinunciare alla metrotranvia. Noi abbiamo salvato l'opera dalla cancellazione e ottenuto il finanziamento del Centro Interministeriale per la programmazione economica (Cipe). E infatti non siamo rimasti fermi: abbiamo già iniziato con le procedure di esproprio».
Il progetto costa 232 milioni. Sono spese che lo Stato può permettersi in tempi di crisi?
«Abbiamo ricevuto i finanziamenti dal Cipe, i soldi ci sono. È stato superato anche il problema del Comune di Cusano, che finalmente ha posto a bilancio la somma necessaria, pari allo 0,8% della spesa complessiva, per partecipare al progetto».
A ottobre 2011 il vecchio tram è andato in pensione perché la linea non era considerata sicura. I Comuni hanno lamentato metodi di dismissione "spicci": perché?
«Da tempo l'Ufficio speciale trasporti a impianti fissi (Ustif), ente del Ministero delle Infrastrutture per la sicurezza ferroviaria, sollecitava il Comune di Milano, che ha la proprietà della rete, a metterla in sicurezza. Mi chiedo: sarebbe stato meglio sospendere il servizio, effettuare una costosa manutenzione da smantellare con l'inizio dei cantieri? Palazzo Marino, su nostro consiglio, ha anticipato di qualche mese la sostituzione del trasporto su ferro con quello su gomma, passaggio contenuto nel documento d'intesa firmato da tutti i Comuni, anche da Nova e Desio che hanno criticato il servizio. Si tratta di una soluzione temporanea».
Temporanea, ma pur sempre di tre anni stiamo parlando.
«La linea non era sicura: ci saremmo potuti permettere che accadesse un incidente perché il sindaco di Nova non era stata informata per tempo? Io non accetto questa politica che per non perdere qualche voto o acquisirne di nuovi crea sfiducia nelle istituzioni e tutela i peggiori sentimenti della gente, provocando i ritardi illogici del consenso».
E non serve consenso per un progetto di questa entità?
«C'è stato, i sindaci hanno firmato gli accordi. Sia chiaro e lo dico anche per la Milano-Limbiate (l'altra metrotranvia allo studio, ndr): la Provincia farà quest'opera, chi non vuole partecipare economicamente si svincoli pure. Ma non vedrà aprirsi le porte del tram».