Ieri mattina è stata accolta la costituzione come parte civile del Comune di Desio nel processo "Pellicano", che vede coinvolto Massimo Ponzoni. Lo ha reso noto il sindaco Roberto Corti, informando i consiglieri comunali con un sms.
Nel frattempo l'esponente del PdL, desiano che ora si trova in carcere con l'accusa di corruzione, è stato sospeso dalla carica di consigliere regionale. Al suo posto è subentrato Antonino Romeo, ex sindaco di Limbiate.
Massimo Ponzoni |
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Monza, 13 giugno 2012 - Si è aperto stamane al Tribunale di Monza il processo che vede l'ex assessore lombardo Pdl Massimo Ponzoni imputato di concussione, corruzione, finanziamento illecito al partito, bancarotta fraudolenta, peculato e appropriazione indebita nell'inchiesta della Procura di Monza che è nata due anni e mezzo fa dal crac della società immobiliare 'Il Pellicano' di Desio e che si è arricchita mano a mano di accuse sempre nuove e diverse, con il culmine nella presunta modifica di destinazione d'uso di terreni nei Pgt di Desio e Giussano per dare il via libera alla realizzazione di centri commerciali.
Ponzoni, in carcere da quasi 5 mesi, era presente in aula. Completo grigio, abbronzato, soltanto lievemente smagrito, con la solita chioma fluente di capelli arricchiti di sfumature ramate, Ponzoni è stato accompagnato dalla polizia penitenziaria al processo e si è seduto accanto ai suoi difensori. Degli altri 4 coimputati (l'intermediario immobiliare Filippo Duzioni, anche lui ancora in carcere e l'ex vicepresidente della provincia di Monza Antoninino Brambilla, l'ex assessore provinciale monzese Rosario Perri e l'ex sindaco di Giussano Franco Riva, tutti ancora agli arresti domiciliari) era presente soltanto Perri.
A rappresentare la pubblica accusa al processo il pm Donata Costa. Parti civili la Regione Lombardia, i Comuni di Desio e Giussano, i fallimenti di 3 società immobiliari, il grande accusatore di Ponzoni, Sergio Pennati, ex socio storico coindagato nella stessa inchiesta. La difesa degli imputati ha chiesto che venga dichiarato nullo il decreto di giudizio immediato quindi il processo e che gli atti vengano ritrasmessi al gip in quanto la Procura ha chiesto il giudizio immediato senza attendere l'esito dei ricorsi sulla revoca delle misure cautelari degli imputati. Il Tribunale deciderà alle 17