Passa ai contenuti principali

Padroni a casa nostra: sabato 16 giugno presidio no Islam a Besana

Nella giornata di venerdì scorso un centinaio di musulmani si sono trovati a pregare nel parcheggio di fronte al Centro sportivo comunale di Besana Brianza. Tutto questo è avvenuto senza autorizzazione scritta, ne del prefetto, ne del sindaco di Besana. Lasciando un'ombra sulle responsabilità di questa scelta. Senza una richiesta ufficiale, senza un'autorizzazione ufficiale, come è stata possibile una manifestazione che era in modo evidente organizzata?  

Il manifesto del presidio
Noi riteniamo che i besanesi meritino chiarezza e rendiconto su quanto succede sul territorio che gli appartiene.

Una scelta che non ha tenuto conto di Besana e dei besanesi. Infatti ieri si teneva contemporaneamente la Festa dello Sport delle nostre Scuole medie e i genitori non sono nemmeno stati avvisati della concomitanza dei due eventi. E' stridente il confronto tra queste due manifestazioni: per una i genitori hanno dovuto richiedere autorizzazioni, permessi e pagare, mentre per l'altra nulla di tutto questo. 

Noi riteniamo che le regole debbano valere per tutti, allo stesso modo. 

Non è, e non può essere un onere delle Amministrazioni comunali fornire spazi a comunità religiose. 

Non vogliamo vietare di pregare. Ma che le comunità si organizzino senza ritenere che la soluzione gli sia dovuta dal nostro Comune.

Non condividiamo inoltre il tentativo sciocco di risolvere i propri problemi, scaricandoli maldestramente su altri comuni e sulla gente.  

Per affermare con forza queste convinzioni e per dare la chiarezza e il rendiconto doveroso alla nostra gente, e se anche tu se vuoi che lo stesso trattamento sia concesso a tutti e per evitare che succeda di nuovo, scendi in Piazza con noi a Besana con il sostegno della Lega Nord per i besanesi, per i brianzoli.

Tutte le info e gli aggiornamenti su Besanaweb

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.