Al senato passa l’emendamento leghista che revoca l’assegno a chi sta scontando la pena per reati di mafia o eversione. Niente più pensione, sussidio di disoccupazione o assegno di invalidità per chi sta scontando pene per reati di terrorismo, eversione,mafia e strage.
Una decisione che arriva nel giorno in cui il Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Annamaria cancellieri, pone oltre 14mila obiettivi “a rischio” sotto il controllo delle forze di Polizia.
Lo stop alla pensione per terroristi e mafiosi è stato fissato da un emendamento della Lega al ddl lavoro approvato in commissione al Senato. L’assegno previdenziale viene revocato qualora derivi da “rapporti di fittizi a copertura di attività illecite”, in pratica con contributi versati per lavori in realtà mai svolti. L’emendamento vede che in cado di “sentenza di condanna” per i reati di terrorismo, mafia e stragismo “il giudice la sanzione accessoria della revoca” dell’”indennità di disoccupazione, dell’assegno sociale e della pensione per gli invalidi civili”, nonché “la revoca dei trattamenti previdenziali” qualora questi derivino “da un rapporto di lavoro fittizio a copertura di attività illecite connesse ai reati terrorismo, mafia e stragismo appunto”.
I condannati – si legge nell’emendamento – possono beneficiare, una volta che la pena sia stata completamente eseguita e previa presentazione di apposita domanda, delle prestazioni previste dalla normativa vigente in materia, nel caso in cui ne ricorrano i presupposti”.
Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il ministro della Giustizia, d’intesa con il ministro del Lavoro, “trasmette agli enti titolari dei relativi rapporti l’elenco dei soggetti già condannati con sentenza passata in giudicato” per i reati sempre di terrorismo, mafia e stragismo per rendere operativa la revoca, senza che questo abbia effetti retroattivi. Le risorse che arriveranno eventualmente da questa misura andranno a rimpinguare il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e agli interventi in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Si tratta di una battaglia di lungo corso per la Lega. Un provvedimento che, a detta del Carroccio, non ha effetti di bilancio ma ha una chiara utilità simbolica, a tutela dei contribuenti onesti. “Non possiamo permettere” spiega il deputato Massimiliano Fedriga, autore della proposta di legge, “che in un momento di grave crisi congiunturale in cui si chiedono sacrifici ai cittadini, chi si è macchiato di crimini orrendi benefici di un trattamento previdenziale, se non addirittura dell’indennità di disoccupazione durante il periodo di latitanza. Uno scandalo a cui era necessario porre rimedio.
Una decisione che arriva nel giorno in cui il Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Annamaria cancellieri, pone oltre 14mila obiettivi “a rischio” sotto il controllo delle forze di Polizia.
Lo stop alla pensione per terroristi e mafiosi è stato fissato da un emendamento della Lega al ddl lavoro approvato in commissione al Senato. L’assegno previdenziale viene revocato qualora derivi da “rapporti di fittizi a copertura di attività illecite”, in pratica con contributi versati per lavori in realtà mai svolti. L’emendamento vede che in cado di “sentenza di condanna” per i reati di terrorismo, mafia e stragismo “il giudice la sanzione accessoria della revoca” dell’”indennità di disoccupazione, dell’assegno sociale e della pensione per gli invalidi civili”, nonché “la revoca dei trattamenti previdenziali” qualora questi derivino “da un rapporto di lavoro fittizio a copertura di attività illecite connesse ai reati terrorismo, mafia e stragismo appunto”.
I condannati – si legge nell’emendamento – possono beneficiare, una volta che la pena sia stata completamente eseguita e previa presentazione di apposita domanda, delle prestazioni previste dalla normativa vigente in materia, nel caso in cui ne ricorrano i presupposti”.
Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il ministro della Giustizia, d’intesa con il ministro del Lavoro, “trasmette agli enti titolari dei relativi rapporti l’elenco dei soggetti già condannati con sentenza passata in giudicato” per i reati sempre di terrorismo, mafia e stragismo per rendere operativa la revoca, senza che questo abbia effetti retroattivi. Le risorse che arriveranno eventualmente da questa misura andranno a rimpinguare il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso e agli interventi in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Si tratta di una battaglia di lungo corso per la Lega. Un provvedimento che, a detta del Carroccio, non ha effetti di bilancio ma ha una chiara utilità simbolica, a tutela dei contribuenti onesti. “Non possiamo permettere” spiega il deputato Massimiliano Fedriga, autore della proposta di legge, “che in un momento di grave crisi congiunturale in cui si chiedono sacrifici ai cittadini, chi si è macchiato di crimini orrendi benefici di un trattamento previdenziale, se non addirittura dell’indennità di disoccupazione durante il periodo di latitanza. Uno scandalo a cui era necessario porre rimedio.
L'articolo è stato pubblicato su "Il Giornale" di venerdì 18 maggio 2012 |